Madonna con il Bambino e due angeli
Marmo, 54 x 93 x 4 cm
XIX secolo
Madonna con il Bambino e due angeli
Marmo, 54 x 93 x 4 cm
XIX secolo
XIX secolo
Madonna con il Bambino e due angeli
Marmo, 54 x 93 x 4 cm
L’opera, una lunetta in marmo ottocentesca, riprende, sia per quanto riguarda l’aspetto iconografico sia sotto il frangente tecnico, i celeberrimi stilemi del primo Rinascimento fiorentino. Per la tecnica scultorea, l’artista di XIX secolo guarda certamente ai fortunatissimi modelli di Donatello e di Michelangelo. Opere quali le donatelliane Madonna delle nuvole del Museum of Fine Arts di Boston e Madonna con il Bambino del Bode Museum di Berlino o i michelangioleschi tondi Pitti e Taddei, rispettivamente al Museo del Bargello di Firenze e alla Royal Academy di Londra, costituiscono senza dubbio un punto di partenza fondamentale per lo scultore responsabile di quest’opera. Dal punto di vista iconografico, il gruppo centrale della Madonna con il Bambino pare ricollegarsi ad alcuni dei più fortunati modelli iconografici del Quattrocento fiorentino, con particolare riferimento all’operato di Filippo Lippi: la dolcezza delle fisionomie dei volti e l’intima complicità che connettono la Madre e il Divin Figlio paiono essere ripresi pedissequamente dalle opere più celebri del maestro toscano, con particolare riferimento alla Madonna con il Bambino dell’Alte Pinakothek di Monaco e a quella di Palazzo Medici Riccardi a Firenze. Anche gli angeli ai lati della Vergine potrebbero costituire un rimando a Filippo Lippi: nelle fattezze e nel panneggio fluido delle vesti sembrano infatti ricordare quello dell’Annunciazione della National Gallery di Londra. Anche la forma a lunetta non risulta estranea ad altorilievi e bassorilievi del Rinascimento fiorentino: un esempio cardine è fornito dal Sangue del Redentore di Donatello, datato all’incirca attorno al 1430 e conservato presso la parrocchiale di Torrita di Siena, dedicata alle Sante Flora e Lucilla.
L’opera rientra in quel filone, denominato come neo-rinascimentale, che punta, nell’Ottocento e nel primo Novecento, all’idealistico recupero dell’arte di Quattro e Cinquecento. Gli artisti neo-rinascimentali puntavano ad attingere alla ricchezza stilistica del Rinascimento, rielaborandola per adattarla ai gusti e alle necessità della loro epoca. Non si trattava di una mera copia, ma di una rivisitazione creativa che prendeva ispirazione dai monumenti e dalle opere d’arte del passato, cogliendone gli elementi più suggestivi per tradurli in nuovi capolavori. In un periodo segnato dall’avvento dell’industria e dall’insorgere dei primi processi di massificazione, le opere neo-rinascimentali andavano a costituire un inno all’artigianalità italiana. Tra i principali artisti attivi nell’ambito della scultura neo-rinascimentale vi è il cremonese Alceo Dossena, capace di reinterpretare brillantemente i modelli di Rossellino, Desiderio da Settignano, Donatello e Andrea del Verrocchio, dando vita ad opere plasticate dal grande fascino quali la Madonna con il Bambino del San Diego Museum of Art o il gruppo dell’Annunciazione dell’Università di Pittsburgh.
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