








Volto della Madonna
Olio su tela, cm 30 x 21
Con cornice, cm 38 x 29 x 3,5
Francesco Corneliani (Milano, 1740-1815)
Volto della Madonna
Olio su tela, cm 30 x 21
Con cornice, cm 38 x 29 x 3,5
Francesco Corneliani (Milano, 1740-1815)
Francesco Corneliani (Milano, 1740-1815)
Volto della Madonna
Olio su tela, cm 30 x 21 – Con cornice, cm 38 x 29 x 3,5
Per quanto riguarda l'attribuzione, il riferimento a Francesco Corneliani si presenta per evidenti rimandi stilistici alle opere del milanese. Inoltre, l’artista dotato di una cultura eterogenea e complessa esprime allo stesso tempo premesse neoclassiche, rivisitazioni emiliane e una felicità cromatica e di tocco di tradizione veneta e rocaille.
Nei soggetti religiosi, come nel caso del dipinto in questione raffigurante il dolce e mesto volto della Madonna dallo sguardo rivolto a terra, Corneliani si inoltra in un disegno armonioso si stampo neoclassico, accompagnato da una stesura cromatica dai toni pastello molto luminosa e compatta, particolarmente evidente negli incarnati porcellanati della figura femminile, realizzati con la preziosità di un colore velato di cipria.
L'attività del pittore prende avvio presso l’Accademia Ambrosiana, per poi subire l’influenza di Anton Rafael Mengs nel 1760, che lo spinse a partire per Parma, dove lavorò sotto Carlo Calani. Ritornato a Milano dipinse ad affresco le lunette in Casa Candiani e quelle sopra gli altari del coro della chiesa di San Sebastiano.
La conoscenza e il supporto datogli dai fratelli Verri, specie di Pietro (1728-1797), che gli affidò la realizzazione della decorazione di alcune sale del palazzo di famiglia, la cui iconografia si lega alle passioni morali e civili del committente (probabile ispiratore dei temi dipinti), costituisce il timone per ricostruire l'attività pittorica dell'artista, impegnato in cicli di tele e ad affresco che ne sanciscono il ruolo di primo piano nella Milano del Settecento e ne fanno un precedente molto importante di Andrea Appiani, suo stretto amico. Quest’amicizia per anni ha influito nell’attribuzione del bellissimo ciclo delle Stagioni conservato nelle collezioni dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, a lungo ritenuto di Appiani, ma riattribuito ed esposto con l’aggiornata identità alla mostra dedicata alla Milano del Giovin Signore (1999-2000).
Tra il 1779 e il 1780 Corneliani tradisce la sua natura di grande seduttore, erede della tradizione delle bellezze lombarde, nel solco di artisti quali Giulio Cesare Procaccini, Carlo Francesco e Giuseppe Nuvolone, Legnanino e Ferdinando Porta: sempre in virtù dell’ideale adesione all’opera di Correggio, vero nume tutelare della pittura lombarda dalla fine del Cinquecento all’età neoclassica, dimostra di aver trovato un equilibrio tra la lezione barocca e la solennità classica.
Bibliografia di riferimento:
A. Morandotti, Francesco Corneliani (1742 - 1814). Realtà e senso nella tradizione pittorica lombarda, in Nuovi Studi, 1996, 2, pp. 73 ; 103
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