Giuseppe Diamantini (1623 - 1705)

Ritratti virili

Olio su tela, cm 40 x 32

Cornice, cm 47 x 40

Giuseppe Diamantini (Fossombrone, 1623 - 1705)

Scheda prof. A. Crispo

Giuseppe Diamantini (Fossombrone 1623 - 1705)

Ritratti virili

Olio su tela, cm 40 x 32

Cornice, cm 47 x 40

Questi due ritratti raffiguranti un giovane fanciullo con cappello piumato e un accigliato vecchio canuto sono da attribuire alla mano del pittore marchigiano Giuseppe Diamantini (Fossombrone 1623 - 1705). Giuseppe Diamantini nasce a Fossombrone il 7 ottobre 1623: la data è stata scoperta in occasione degli studi e delle ricerche propedeutiche alla organizzazione della mostra Giuseppe Diamantini 1623-1705. Pittore e incisore dalle Marche a Venezia (Fossombrone, Pinacoteca Civica, 31 luglio -17 ottobre 2021). 1° novembre 1705 muore a Fossombrone dopo un soggiorno decennale a Venezia dove divenne pittore e incisore famosissimo.Il periodo che va dal 1680 e il 1689 fu per Diamantini un momento di massimo splendore e fama: divenuto vero e proprio pittore “alla moda”, con una bottega tutta sua, realizza numerose opere, come sempre per la grande committenza veneziana. Le fonti lo indicano anche come “Eccellente in dipingere persone nude”. La sua pittura è particolarmente apprezzata anche per i suoi colori terrosi, a volte liquidi, fondi scuri alternati a una pittura materica e colorata di panneggi e cappelli piumati. Sciabolate di colore e tinte drammatiche. Affianca alla produzione pittorica una intensa attività di incisore, tale da farlo ritenere una delle più felici espressioni del Seicento veneto in campo incisorio. Diamantini si qualifica, se non come incisore visionario o eccezionalmente dotato, quale raffinato virtuoso della linea, colto inventore di soggetti e temi figurativi che si mescolano naturalmente a suggestioni mitologiche, letterarie, musicali e perfino astronomiche e astrologiche. Una singolare abilità che, mettendolo in contatto con gli strati più alti della società veneziana, gli permette di dialogare con essa da pari a pari, restituendo alla sua figura un respiro culturale che resta in gran parte ancora da scoprire.

Scheda prof. A. Crispo

La coppia di ovali qui illustrati, olio su tela, cm 40x32, raffigura un giovane con cappello piumato a mezzo busto in vista frontale e un uomo con barba e baffi ripreso di spalle in atto di girarsi verso lo spettatore. Le due tele, a mio parere, sono opere tipiche di Giuseppe Diamantini (Fossombrone 1623 - 1705), basti confrontare il volto del ragazzo con quello del Davide con la testa di Golia presso la collezione di Marco Luzi a Fossombrone (fig. 3), che è sostanzialmente sovrapponibile al nostro (si veda al riguardo A.M. Ambrosini Massari, scheda n. P.26, in Giuseppe Diamantini 1623-1705 pittore e incisore dalle Marche a Venezia, catalogo della mostra (Fossombrone), a Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3  cura di A.M. Ambrosini Massari, M. Cellini, M. Luzi, Ancona 2021, pp. 150- 151). La testa del giovane ricorda da vicino anche quella dell’altro Davide passato da Christie’s South Kensington il 27 ottobre 1999, lotto 83, come seguace di Sebastiano Ricci (fig. 4) (restituito al Diamantini da A. Piai, scheda n. P.25, in Giuseppe Diamantini… cit, pp. 146-149), ma anche, in una certa misura, pur con taglio più scorciato, quella di Adone nella tela passata da Wannenes a Genova il 31 maggio 2011, lotto 17, con attribuzione a Marco Liberi (fig. 5), da restituire invece proprio al nostro artista. Il viso dell’uomo barbuto in pendant trova poi precisi riscontri, per lo scavo delle rughe e le pennellate marcate, in quello della vecchia serva alle spalle di Giuditta nella tela della Narodna Galerija di Lubiana (fig. 6). Giuseppe Diamantini, figlio di Vincenzo e di Vittoria Amici, nacque a Fossombrone nel 1623. Secondo il Malvasia, la sua formazione si svolse a Bologna presso la bottega di Giovanni Andrea Sirani, dove ebbe modo di studiare l’opera di Ludovico Carracci e del Cantarini (C.C. Malvasia, Vite di pittori bolognesi. Appunti inediti, a cura di A. Arfelli, Bologna 1961, pp. 125 s.). Successivamente il pittore si recò a Venezia, dove soggiornò fino al 1698, lavorando anche in altre città della Serenissima, come Rovigo e Verona. Nel 1663 ottenne, forse da Leopoldo I d’Asburgo, il titolo di cavaliere di San Giorgio e, durante gli anni trascorsi in laguna, fu membro della locale Fraglia, la corporazione dei pittori. A Venezia si avvicinò alla maniera di Pietro Liberi e di Federico Cervelli, Fig. 4 Fig. 5  lavorando soprattutto per committenti privati, ma eseguì anche una Deposizione per la chiesa di San Cassiano, un Dio Padre e putti per il soffitto della di San Giovanni Crisostomo e un’Adorazione dei Magi per San Moisè. Il Diamantini fu anche un prolifico incisore, realizzando oltre sessanta soggetti, soprattutto mitologici. Nel 1698, quasi cieco, ritornò nella città natale, dove morì l’11 novembre 1705.

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